L’aura della canzone italiana è la donna dei record a livello mondiale. La regina delle new version – e vi spiego perché

È fuori dal 12 settembre il nuovo singolo di Laura Pausini “LA MIA STORIA TRA LE DITA”. Una versione – seppur rivisitata, di un successo già affermato – che sa essere “esclusiva” e risulta essere “inedita a modo suo”. Il videoclip è diventato da subito super condiviso sui social, raggiungendo sin dalle prime ore centinaia di migliaia di views e di ascolti in streaming.
Il brano – pensato, scritto e cantato da Gianluca Grignani nel 1994 – è ora la reinterpretazione della cantante “dalla voce di velluto”: così la definì Barbra Streisand nel 1998, durante la festa di nozze della Streisand a Los Angeles, dove Pausini si esibì. Un incontro che segnò la carriera di Laura, consacrando il suo talento e la sua voce a livello internazionale grazie al riconoscimento di una delle più grandi dive musicali di tutto il mondo.
Perché Laura ha questo potere speciale, che è solo suo, di riportare ogni grande successo in auge, rendendolo ancor di più un capolavoro con la sua voce magnificente e inarrivabile. In barba a chi la taccia di “cantare da una vita le canzoni degli altri” molto semplicemente.
Non è il primo successo dello stesso cantautore ad essere riarrangiato dalla popstar: con il suo album Io Canto del 2006, la Pausini lo aveva già fatto con Destinazione Paradiso, un successo senza tempo del 1995. Il brano è ad oggi il più famoso e ascoltato al mondo, di quel Sanremo – nel quale si posizionò sesto nella sezione “Nuove proposte”.
Singolo – della new version più apprezzata e più criticata al contempo, del momento – che anticipa un nuovo progetto discografico, Io Canto 2, seguendo il successo planetario di Io Canto. Presentandosi, ancora una volta, come un omaggio ai grandi successi della musica italiana e latina. Un album che rappresenta per la cantante “un atto di rispetto verso le canzoni e gli artisti che hanno segnato la mia vita”. E che sarà accompagnato da un tour mondiale imperdibile: L’Io canto World Tour 2026/2027. Sarà l’undicesima tournée mondiale della star e partirà il 27 marzo 2026 da Pamplona, Spagna.
Altre reinterpretazioni dei brani più di successo di alcuni dei maggiori artisti italiani sono inseriti nell’album Io Canto; Che ricordiamo essere: “Io canto” di Riccardo Cocciante (da qui proprio il titolo dell’album), “Due” di Raf, “Scrivimi” di Nino Buonocore, “Il mio canto libero” di Lucio Battisti, “Stella gemella” di Eros Ramazzotti, “Come il sole all’improvviso” di Zucchero, “Cinque giorni” di Michele Zarrillo, “La mia banda suona il rock” di Ivano Fossati; e ancora: “Spaccacuore” di Samuele Bersani, “Anima fragile” di Vasco Rossi, “Non me lo so spiegare” di Tiziano Ferro – e in duetto con lo stesso, “Nei giardini che nessuno sa” di Renato Zero, “Quando” di Pino Daniele, “Strada facendo” di Claudio Baglioni e infine “Vivimi” di Biagio Antonacci. Tutti brani che da sempre e a modo loro fanno parte della colonna sonora della nostra vita.

Perché, se le canzoni che sceglie di cantare Laura sono senza tempo, con il suo tocco diventano, ritornano, attuali. Rendendole pop. Dandogli una nuova linfa. E rilanciandole a livello mondiale. Cosa non da poco. E gli autori e i fautori di questi brani non possono che essere solamente grati e onorati di questo. Anche in merito alla polemica di questi giorni, scaturita a sua volta dal dissing Grignani-Pausini. Querelle nata proprio per l’uscita del riadattamento di La mia storia tra le dita. Si dice, anche, che il cantautore milanese non fosse affatto d’accordo sul farne una versione in francese. L’ennesima, dopo la già di successo – che sembrerebbe apprezzata tanto quanto – di Matteo Bocelli in duetto con il Grigna: “Mi Historia Entre Tus Dedos” stavolta in spagnolo e uscita lo scorso agosto. Versioni, quelle di Laura, fatte – ricordiamo – anche in spagnolo e in portoghese; per un totale di 4 versioni: in italiano, in francese (Mon histoire entre les doigts), in spagnolo (Mi historia entre tus dedos) e in portoghese (Quem de nòs dois).
Il cantautore-poeta – considerato il Jim Morrison di casa nostra e noto purtroppo più per i suoi eccessi che per il suo talento – si era peraltro già visto tributare la sua “storia tra le dita”, la quale era stata portata da Irama in duetto con lui, nella Serata Cover di Sanremo.
Un Grignani “deriso pubblicamente”, afferma il noto giornalista Gabriele Parpiglia parlandone nella sua newsletter. E dai profili social di Gianluca si legge: “Ma sai quale è la verità…!? Stessa realtà due facce ha”.
“Passa la vita a cantare le canzoni degli altri” – “La Pausini può cantare tutto di tutti e farlo meglio” – “Questo brano trasmette tutta la rabbia e la disperazione di un uomo che solo uno come Grignani può trasmettere” – “La sua voce è una carezza, è magia”, si legge tra i commenti della gente fatti a mezzo social.
Una cover della Pausini (l’ennesima) che sa essere originale e unica in ogni caso. Anche stavolta. A differenza di qualsiasi rifacimento eseguito da altri cantanti. È anche questo il segreto del suo successo. “Se Grignani dissa, Laura disarma” (cit.).
Offerta limitata: proteggi la tua privacy e guarda i tuoi contenuti preferiti in sicurezza
NordVPN ti garantisce connessioni ultra-veloci, sicurezza totale e accesso ai tuoi servizi di streaming in viaggio o all’estero, rispettando le normative locali. Attiva ora l’offerta e risparmia fino al 72% sul piano biennale.
Garanzia soddisfatti o rimborsati per 30 giorni. Offerta a tempo limitato.
A questo punto, noi amanti delle cover – soprattutto di quelle ad hoc targate Laura Pausini e, specie dei successi di Grignani – attendiamo una cover di Falco a metà, in assoluto il brano più di successo del cantautore.
La Voce di velluto ha saputo tramutare la rabbia e la disperazione del pezzo La mia storia tra le dita, in magia, grazia e poesia, con l’aiuto di un videoclip che ne ha saputo cogliere e trasmette la malinconia, attraverso le note di un piano – diversamente al sound dato dalla chitarra nella versione Grignani: suo tratto musicale-artistico, distintivo. Come d’altronde accade in ogni video sorprendentemente ben realizzato dall’entourage della Pausini. La voce di velluto di Laura in questa nuova uscita è “una carezza delicata, cantata”. Tra chi la accusa di aver modificato il testo, avendone stravolto il significato e il senso che vuole dare, e tra chi la accusa al solito di urlare. Il suo timbro, la sua armonia, la rendono speciale quasi inedita. Arrangiamento pazzesco, realizzato dal compagno Paolo Carta. Un look completamente rinnovato anche grazie alla nuova forma fisica di Laura, di recente scoperta. Cambiamento non solo esteriore, a detta di molti, che la giudicano cambiata: con la scelta di rifare l’ennesimo pezzo di Grignani, giudicata azzardata e too much; e con il suo modo di reagire alle critiche, sempre a parere altrui, in maniera spocchiosa e indisponente.
“L’Aretha Franklin italiana” è tornata nella sua forma migliore. Mentre la versione originale risulta essere carica di sentimento e rancore, la rivisitazione speciale è un inno ai sentimenti delicati. Due modi differenti di interpretare, di reagire e di emozionare. E che adesso si trovano essere in contrapposizione. Non di certo una gara a chi emoziona di più.
Laura continua a sorprendere. E lo fa ricevendo il Premio Speciale “Live World Tour” ai Tim Music Awards per aver superato i 6 miliardi di streams a livello globale con la sua, personale, storia tra le dita. “I miei occhi sono parole. GRAZIE”, dice. Un riconoscimento, l’ennesimo, che va a colei che si conferma essere la popstar dei record, e che la consacra a Queen delle cover. Queste tendenzialmente snobbate e sottovalutate, ma che si rivelano essere delle scoperte come è in questi casi. Incoronare Laura Pausini “regina delle cover” non significa screditarla o volerla sminuire, ma bensì darle un valore aggiunto, una marcia in più, una capacità che, attualmente nel mercato musicale e discografico, solo lei presenta. A partire dalla comunicazione: la scelta, rivelatasi vincente, di immagini, riprese e arrangiamenti capaci sempre di metterla in risalto e di valorizzarla.
E in una sua recente intervista al settimanale 7 del Corriere, Laura dice: “Il palco è l’unico posto dove non ho paura” – “Il segreto per vivere felici? Eliminare le persone false”. Non si può di certo dire che Laura, pur prestando orecchio, “non le suoni” e non sappia “cantarne quattro” – rispondendo a tono e per le rime – ai suoi detrattori (che lasciano il tempo che trovano).
La versione di Laura Pausini è certamente moderna, intensa, capace di emozionare con la potenza del suo canto. Un capolavoro riscoperto. “Laura Pausini è come re Mida: tutto ciò che tocca si trasforma in oro, che sia una canzone, un palco o il cuore del pubblico”, scrive chi la ascolta.
Due versioni, l’originale e la cover, ambedue uniche: chi sceglie di rimanere fedele alla prima, apprezza i sentimenti forti espressi da Gianluca che danno il senso del brano; chi sceglie la nuova versione, apprezza la delicatezza e la magia che la trasformano in poesia, capace di emozionare chi la ascolta e chi la canta, come abbiamo visto. Con la consapevolezza che questa canzone è storia, ed è la storia di tutti.
Ognuno si esprime con i sentimenti e con le emozioni a modo suo. È questo il bello dell’arte. L’arte è di tutti. E ognuno la esprime certamente come vuole. (M. Trapani)
Recensioni By Mariella
RIPRODUZIONE VIETATA