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Armani: genio visionario dell’eleganza senza tempo. L’ultimo saluto al più grande della moda e gentleman dello stile

Salutiamo il Re con alcune delle sue creazioni più importanti e rivoluzionarie che hanno fatto la storia, cambiando l’immagine della donna stessa

Una vita per la moda. Artigiano di bellezza. Oggi l’Italia e il mondo danno l’addio a Giorgio Armani. Funerali che saranno in forma privata per volere dello stesso. Per la giornata sarà lutto cittadino a Milano, Piacenza e Pantelleria. Anche noi di The Game Tv lo salutiamo celebrandolo ancora una volta.

Le sue creazioni esclusive hanno fatto la rivoluzione dell’habillè: a lui si deve l’invenzione negli anni ’80 della “giacca destrutturata”, pensata dapprima per l’universo maschile e poi entrata a far parte anche di quello femminile, e tanto apprezzata grazie alle sue linee morbide. A lui si deve la concezione del colore “Greige”, una tonalità tra il grigio e il beige come suggerisce il nome, ispirata dalla sabbia del fiume Trebbia nella sua città natale piacentina. Colore definito “no-seasonal”, perfetto per tutte le stagioni e in tutti i contesti, e fondamentale per le collezioni Armani. Gli accessori come gli iconici occhiali Armani, i profumi più amati. E le tante linee create, ciascuna pensata per tutti i target. Due fra tutte: Emporio Armani – più giovanile e di tendenza della Casa – e Armani Privè, gioiello dell’Alta moda e vanto dell’Italia nel mondo.

Stylist di celebrities hollywoodiane e delle più importanti istituzioni. Metà del suo capitale destinato in opere di beneficenza. Insignito per ben 3 volte delle più alte onorificenze Al merito della Repubblica Italiana: nel 1985 del titolo di Commendatore dell’Ordine, di Grande Ufficiale dell’Ordine nel 1986, e nel 2021 del grado di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine. Ma anche “Chevalier” della Repubblica francese nel 1998 e, una Legion d’Onore assegnatale nel 2008. La creazione di un suo quartier generale. La grande esposizione delle sue opere d’arte in stoffa e pietre della Armani Collezioni, in mostra al Silos. Esportatore in tutto il mondo. Il suo ritratto è apparso sulla copertina del Time (con 6 milioni e 400mila copie vendute): prima di lui nella moda era toccato solo a Dior. E l’imprenditoria nel mondo dell’ospitalità alberghiera: hotel extra lusso, ristoranti stellati di pesce e beach club esclusivi.

Il racconto di una visione

Innovativo, visionario, tradizionalista al contempo. Couturier dell’Alta sartoria. Chi sceglie di indossare un capo “Armani”, sceglie “l’eleganza senza tempo”. Le sue creazioni sono espressione massima, e garanzia, di stile etereo. Da qui la nascita nel 1991 di un vero e proprio neologismo: “Armaniano”, termine che indica lo stile specifico del marchio ed entrato nel vocabolario della Treccani. Di se diceva di essere un “creativo razionale”, rivoluzionando il prèt-à-porter e parlando di etica del lavoro, essendo un modello anche e persino per chi sceglie il fast fashion.

Gli inizi alla Rinascente, il forte legame di riconoscenza eterna, e di amore, con il cofondatore del marchio Sergio Galeotti, suggellato in quelle iniziali dei due loro nomi con insieme il simbolo di un’aquila: scelta che poi si è rivelata profetica.

Il film cult American Gigolo lo consacra a livello internazionale, portando la sua fama e il suo brand Oltreoceano. Iconiche le mise di Richard Gere nel Colossal americano che incarnavano il modello perfetto dell’uomo Giorgio Armani.

Se ne va in silenzio, con compostezza: come ha sempre vissuto la sua vita. Ci ha lasciati nell’anno del 50esimo anniversario dalla nascita del suo marchio. A fine settembre erano previsti grandi festeggiamenti per l’importante ricorrenza e importante traguardo. Poesia anche durante le giornate delle sue esequie: suggestiva la camera ardente allestita per il re degli stilisti lì proprio all’interno del Teatro Armani, nel quartier generale della Maison in quel di Milano. Lanterne, un cuscino di rose bianche con un giglio, la musica di Einaudi.

Milano è la Città della Moda, nonchè Capitale Europea della Moda, principalmente grazie a lui.

Ha iniziato a circolare nell’ambiente cominciando con gli allestimenti in vetrina. Dapprima i suoi progetti erano totalmente diversi. E’ finito, poi, non solo a diventare stilista, ma ben oltre: designer (si interessava in prima linea di architettura nel fare i suoi lavori) e imprenditore multimiliardario. Anche l’articolo di un giornale è come la vetrina di un negozio, ad esempio. Devi scegliere bene cosa vuoi far vedere, e come lo vuoi far vedere. Anche uno scrittore o un pubblicista è come un vetrinista in un certo senso, disse una volta lo stesso Armani. “Divento troppo irascibile quando vedo qualcosa lasciata al caso, che non è curata”.

Alcune delle più celebri frasi di Armani che hanno lasciato il segno e che racchiudono tutta la sua essenza

  1. Non seguire le tendenze. Non lasciare che la moda ti possieda.
  2. Ho dimostrato negli anni che sexy non è il corpo esposto allo sguardo di tutti, ma è suggerire, velare e rivelare, lasciando intuire senza mai esibire.
  3. La moda è quella che viene suggerita e che spesso conviene evitare, lo stile è ciò che ciascuno ha e che deve conservare per tutta la vita. Moda e stile non sono la stessa cosa. Oggi come non mai.
  4. La legge del lusso non è aggiungere, ma togliere.
  5. Nella società dell’apparire occorre apparire, ma l’essere oggi rappresenta ancora un valore fondamentalmente.
  6. La volgarità è la malattia della finta modernità.
  7. L’unico limite è il buon gusto.
  8. Lo stile è eleganza, non stravaganza.
  9. Lo stile è coraggio delle proprie scelte e di dire no, è gusto e cultura.
  10. La semplicità è forza. Semplice non è mai il punto di partenza ma il punto di arrivo.
  11. Vestiti in modo che, quando vedi una tua foto, non sia in grado di attribuirle una data.

Gli insegnamenti che ci lascia il re della moda: la più grande eredità di Armani, quella più profonda e preziosa

“Una donna stupida con un bel vestito, rimane una donna stupida. Una donna intelligente con un brutto vestito può anche al momento allontanarti, poi quando scopri che è intelligente il vestito non esiste più”.

“Il mio stile è nato come un’eresia, fortissima, ardita, solitaria. E se poi è diventata essenza dell’italianità ne sono orgoglioso”.

“La moda per me è un mestiere, fatto di fantasia e concretezza, di intuito e rigore, di slancio e controllo. Non ha nulla di divino o sensazionale, ma ha un impatto incredibile sulla vita quotidiana”.

“Per essere eleganti non si deve assolutamente aver l’aria di essersi vestiti a fondo, vale a dire essersi coordinati; bisogna sempre avere un’aria piuttosto casuale, che non significa essere trasandati”.

“Posso affermare di aver vissuto con rigore e disciplina, e di aver tentato di far coincidere l’estetica con l’etica. E mi piacerebbe pensare di aver mostrato che i generi – maschile e femminile – hanno molti valori da scambiarsi”.

“Il declino del sistema moda è iniziato quando il settore del lusso ha adottato le modalità operative del fast fashion con il ciclo di consegna continua, nella speranza di vendere di più. Io non voglio più lavorare così, è immorale”.

“Vorrei, con la mia storia, essere un esempio, uno stimolo e ricordare a tutti che il lavoro vero porta lontano”.


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“Il rimpianto che ho, più evidente, più chiaro, più scontato è di non essermi occupato troppo di me stesso. Sono stato molto attento con gli altri, forse a servizio degli altri, e, qualche volta, addirittura al punto che forse avrei dovuto abbandonare il mio lavoro, oppure dividere il tempo del mio lavoro fra il privato e il pubblico. Non sono riuscito a farlo. E ho cercato al contrario di prendere esempio dall’esterno e portarmi gente, amici, amori, nell’ambito del mio lavoro, non il contrario”.

“Il sabato e la domenica per me sono una tragedia, perchè non avendo il lavoro mi sento perso, quindi io sono schiavo del mio lavoro. E non vedo l’ora che arrivi il lunedì”.

“Si parla di successo di Armani ma io non ho mai voluto. Non ho mai perseguito il successo. Mi è capitato fra capo e collo, trovandomi anche impreparato. Direi che la cosa più importante è sapere se si è validi per un certo programma di lavoro o no. Essere molto modesti e molto coscienti di se stessi”.

“Entrai nella moda per puro caso. Andai in Rinascente per occuparmi di qualsiasi cosa mi si offrisse, trovandomi io ancora disoccupato. E lì mi fu offerto di occuparmi di abbigliamento, non come si dice “come vetrinista”, ma come assistente degli architetti che si occupavano degli allestimenti delle vetrine. Ma non ho mai pensato di diventare uno stilista di moda, anche perchè allora questo mestiere non esisteva ancora. Io credo che per raggiungere certi livelli, come essere una firma mondiale, occorre (oltre ai meriti) sapere cosa si vuole, raggiungere, porsi delle mete, ed essere molto coscienti di quello che si è in realtà”. (Estratto dall’intervista di Enzo Biagi ad Armani del 1983).

“La donna non deve vestirsi di ridicolo, vestendosi in maniera provocante, ma che provoca però il ridicolo. E in questo io trovo che le donne debbano imparare un pochino a sapersi gestire”.

In ricordo di Armani: i messaggi di cordoglio e d’affetto dei più Grandi

Il legame di amicizia e stima con la famiglia Versace e con Valentino Garavani, considerato L’Imperatore della moda. Il messaggio di cordoglio di Valentino che esprime parole commosse: “Piango qualcuno che ho sempre considerato un amico, mai un rivale. E posso solo inchinarmi al suo immenso talento. I cambiamenti che ha portato alla moda, e soprattutto la sua fedeltà incondizionata a uno stile: il suo”.

La sua Firma rimarrà e continuerà con altri, nel segno, e all’insegna, del loro fondatore. “Naturalmente non sarò eterno, e prima o poi dovrò lasciare il timone ad altre persone. Uno staff di gente che sta dietro di me, a fianco a me, che sarà in grado con un pò di fatica di mandare avanti il mio lavoro e di concepire nuove collezioni”. L’ultima apparizione pubblica di Armani risale al 2 marzo 2025, in occasione dell’ultima sfilata della Maison, durante l’ultima giornata della Milano Fashion Week, con la presentazione della collezione Autunno/Inverno 2025-2026 “Radici”.

E a chi, come fece lo stesso Biagi, le disse che “L’abito non fa affatto il monaco”, L’haute couturier rispose abilmente: “Diciamo che nel mondo in cui si vive è importantissimo comunque come ci si veste, perché tramite il vestito si può realizzare il primo approccio con il pubblico, con il prossimo. E’ estremamente importante nonostante quello che si pensi”.

“Non si può vivere senza amore. L’amore è una cosa incredibilmente importante. Avere una persona con la quale condividere un’emozione, il successo di una sfilata, un film, un viaggio, è una cosa strettamente necessaria, stimolante. Sennò ti sembra di far tutto per chi? Troppo poco per te stesso, troppo poco per i tuoi famigliari (e familiari), troppo poco per gli amici: devi aver una persona a cui far riferimento, da gratificare con le tue capacità, da rendere felice con il tuo successo. Questo è importante. L’amore è fondamentale”.

“Se uno è troppo sicuro di se, finisce con il diventare noioso, chiuso nel suo mondo e molto limitato nelle sue proposte nel tempo. Il mio mestiere implica che si rivedano le posizioni e si dica ‘ho fatto bene però potrò far meglio’ “.

Iconiche le immagini di se in maglia blu. Armani diceva infatti: “Esiste un solo colore, il blu scuro”. Il Blu Armani, chiamato, è da sempre considerato colore di eleganza massima negli abiti per uomo.

La sua figura ha segnato un’epoca. Con la sua morte si chiude un’era. Nel mondo della moda e nell’Arte del bello. Voleva curare i corpi, poi li ha vestiti. E lo ha fatto con la cura dei dettagli. E’ stato un artigiano industriale.

La mia versione della visione Armani.

Hai vestito il mondo di bellezza e di sogni – Se vivi per una passione, non muori mai veramente. Vivrai per sempre (M. Trapani)

Dedicato al Signor Armani e a tutti coloro che lo hanno amato e apprezzato

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