ALLERTA SPOILER!
Lo scorso 5 agosto, con l’episodio intitolato “la Regina che non fu”, si concludeva la seconda stagione dell’ amata serie di HBO , che racconta le vicende della casa Targaryen 100 anni prima degli eventi narrati ne “Il trono di spade.”
Adesso, con calma e lucidità, ho voluto analizzare cosa ha funzionato in questa stagione e cosa invece ha un po’ faticato a stare al passo con una fortissima prima stagione.
TOP
- LA PROFONDITÀ DEI PERSONAGGI: finalmente, partendo da Rhaenyra stessa proprio nel primo episodio, ogni personaggio acquista una profondità che non aveva mai avuto prima. Si indugia di più sulla storia dei personaggi, come ad esempio Helaena e Aemond, sulle loro diverse sfaccettature, sulle loro paure, sulle loro insicurezze e possiamo così scoprirne nuovi lati.
- LA BATTAGLIA DEI DRAGHI: il combattimento aereo di Riposo del Corvo è spettacolare: le immagini, i suoni, la tensione, tutto funziona perfettamente. Una rappresentazione che ricorda moltissimo alcune delle più belle battaglie de Il trono di spade. Forse la più bella puntata dell’intera serie!
- I DIALOGHI: le parole sono le padrone indiscusse della stagione : si pianifica, si cospira, si trama, si organizza, tutto solo con i dialoghi (e i monologhi), ben scritti e adatti ai personaggi. Io, in particolare, ho adorato i dialoghi in Alto Valyriano , la lingua inventata dall’autore, con cui i Targaryen comunicano tra sé ma soprattutto con i draghi e li ho trovati ancora più curati rispetto alla prima stagione.
FLOP
- LE VISIONI DI DAEMON AD HARRENAL : si è indugiato un po’ troppo, a mio avviso, su queste visioni, a volte macabre, a volte tristi, a volte shoccanti: a mio parere non sempre necessarie ai fini della storia. Salvo solo l’ultima visione che chiamerei più “premonizione”.
- RITMO LENTO, ANCHE TROPPO: è vero, ho appena detto che i dialoghi sono una delle parti migliori della serie, e posso capire che il ritmo debba essere basso, in quanto è una serie per lo più “preparatoria”, ma sono veramente pochissimi gli episodi dove succede veramente qualcosa. Tolto un paio di episodi, c’è poco spazio per l’azione vera e propria. Ci voleva forse un po’ più di equilibrio.
- LA LICENZA POETICA: trovo che non sempre discostarsi dall’opera a cui la serie s’ispira sia una buona idea. Certo, ne è valsa la pena per l’approfondimento dei vari personaggi, ma trovo che inventarsi alcune parti della storia possa essere controproducente.
A proposito dell’ultimo punto, consiglio assolutamente la lettura del libro a cui la serie è ispirata: “Fuoco e sangue ” di George R.R. Martin ovviamente.
Così capirete meglio di cosa sto parlando.
Ma attenzione contiene lo spoiler del finale di serie che, già si vocifera, dovrebbe concludersi alla quarta stagione.
Mi sono laureata in Scienze umanistiche per la comunicazione e, dopo molte peripezie, sono approdata nel corso ” Digital Copywriting” firmato Copy42.
Scrivere è una delle mie più grandi passioni e spero di farne una professione.
Dal 2021 ho un account IG @luminarya2021 dove parlo soprattutto di libri, ma anche di cinema, serie tv e arte.