Aggiornamenti su alcuni degli ultimi e più importanti casi di cronaca nera – Svolta su uno dei delitti del Mostro. Arriva il nuovo Ddl sui femminicidi
ULTIM’ORA – Ci sarebbe una terza vittima di colui che è stato soprannominato “il killer delle escort di Prato”, Vasile Frumuzache. I frammenti ossei e gli slip ritrovati in un campo nei pressi dell’abitazione dell’uomo, a Montecatini Terme in provincia di Pistoia, non sono di Denisa Maria Paun e Ana Maria Andrei.
Vasile Frumuzache – ex guardia giurata, sposato e padre di due bambini – si trova in carcere dal giugno scorso, fermato dai carabinieri di Prato. L’omicida seriale aveva confessato sin da subito di essere l’autore dei due femminicidi. Negando però ad oggi di avere ucciso altre donne.
Gli inquirenti sospettano, tuttavia, che il Frumuzache non abbia agito da solo e, stanno cercando di risalire ad una possibile altra identità, un complice che l’avrebbe aiutato a compiere i due omicidi o ad occultarne i corpi.
Intanto procedono gli accertamenti fatti tra i profili di donne scomparse negli ultimi anni, con particolare attenzione e priorità ai casi di persone scomparse in Toscana, per risalire alla terza vittima.
Sulla vicenda indagano la Procura di Pistoia e quella di Prato. Le indagini si avviano alla conclusione, fanno sapere dalle due procure.
Il legale di Vasile, l’avvocato Diego Capano, fa sapere che il suo assistito ha rinunciato al Tribunale del Riesame contro la misura di custodia cautelare, restando così in carcere. Il killer delle escort dopo l’arresto si trovava nel carcere di Prato, ma dopo che un detenuto (ex fidanzato di una delle due vittime) lo aveva aggredito gettandogli dell’olio bollente in volto (provocandogli gravi ustioni), è stato trasferito in una struttura protetta.
Sempre restando sulla cronaca toscana e nazionale, e sempre riguardo a serial killer, è notizia di poche ore fa di una svolta concernente il filone d’inchiesta del Mostro di Firenze. Da un recente esame del DNA è emerso un legame inaspettato riguardante l’allora bambino, Natalino Mele, sopravvissuto al primo dei delitti attribuiti al Mostro. Secondo il nuovo accertamento genetico, Natalino non è figlio biologico di Stefano Mele (l’allora marito della madre), al contrario di come si era sempre pensato, bensì di Giovanni Vinci, il maggiore dei fratelli Francesco e Salvatore Vinci: quest’ultimi figure già note nelle indagini di allora per la loro appartenenza al “clan sardo“.
Un nuovo elemento che potrebbe riscrivere la storia del delitto, avvenuto sulla madre di Mele, Barbara Locci e sul suo amante Antonio Lo Bianco. Una nuova pista, con un possibile nuovo movente, potrebbero nascondersi dietro al duplice omicidio (il primo di una lunga serie di scia di sangue) avvenuto a Signa nel lontano 1968, ma che ora sembrerebbe ritornare attuale come possibile cold case, di quello che sembrava un caso risolto seppur inspiegabile.
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Si spera in un risvolto diverso nel caso del serial killer di Prato, auspicando che il bilancio delle sue vittime si fermi al numero di quelle già accertate.
Rimaniamo sui casi di nera più attuali, con gli ultimi aggiornamenti. Si è svolta oggi la terza udienza dell’incidente probatorio sul delitto di Garlasco. La gip Daniela Garlaschelli ha incaricato nella giornata di oggi il perito dattiloscopista Domenico Marchigiani di rianalizzare i reperti della famosa spazzatura di ormai 18 anni fa, e i fogli di acetato contenenti tracce papillari repertate all’epoca.
Esclusa l’impronta 33 dall’incidente, per assenza di tracce di sangue. Non ancora da escludersi del tutto, in attesa di nuove comparazioni, è invece la contaminazione nel tampone orale della vittima, che incastrerebbe Ignoto 3. Messo in discussione dalle Parti, anche il cosiddetto “pasticcio dei verbali” riguardo ai primi interrogatori di Sempio e degli altri amici, Capra, Freddi e Biasibetti.
Intanto, in un’intervista rilasciata giorni fa al Corriere della Sera, il procuratore Napoleone ha dato una bella strigliata al mondo della stampa e della critica, e all’opinione pubblica in generale. Napoleone fa sapere che “la procura si esprimerà ufficialmente solo al termine delle attività, adottando le decisioni necessarie”. “Altre interpretazioni in assenza di comunicati ufficiali, generano solo confusione, dando vita a discussioni fittizie in cui consulenti, esperti o opinionisti commentano su ipotetiche scelte della Procura basate su congetture”.
Duro è anche il commento del ministro della Giustizia Nordio, che su Garlasco dice: “Quello che sta avvenendo è pauroso. Comunque questa vicenda vada, finirà in modo disastroso. Lo Stato ha fallito e i cittadini hanno perso la fiducia nella magistratura e nella Legge“.
Altre due notizie più confortanti arrivano sempre nella giornata di oggi, 23 luglio. E’ stato condannato a 30 anni di reclusione in primo grado dal tribunale della Corte d’Assise di Modena, il tunisino Mohamed Gaaloul che tre anni fa uccise la 32enne Alice Neri.
E a proposito di giustizia: passa all’unanimità al Senato, con 161 voti favorevoli, il nuovo d.d.l. sul reato di femmicidio. Il Disegno di legge, che ora passerà alla Camera per l’approvazione, prevede l’ergastolo per chiunque uccida una donna in quanto tale. Un respiro di sollievo, uno spiraglio di luce ed una grande vittoria in un periodo storico particolarmente pieno di violenze (di ogni genere) perpetrate ai danni delle donne e, in cui – come detto poc’anzi – la sfiducia degli italiani verso la giustizia è in crisi, se non addirittura assente.